La vittoria nel derby ha riacceso gli entusiasmi in casa Milan, dopo che il pareggio mesto contro il Sassuolo era stato considerato un vero e proprio passo falso. I rossoneri sono tornati in testa alla classifica, complice la scoppola rimediata dalla Roma contro l’Udinese e in attesa della partita di stasera dell’Atalanta contro il Monza.
Il nuovo proprietario del Milan Gerry Cardinale ha già fatto sentire la propria voce, andando a trovare il gruppo agli ordini di Stefano Pioli e non lesinando complimenti ai giocatori. Secondo quanto ha riferito La Gazzetta dello Sport, Cardinale ha parlato di winning attitude, attitudine vincente, paragonando il Milan ai Dallas Cowboys, ai New York Yankees e a LeBron James.
Confronti a dir poco esagerati, che potrebbero mettere le ali ai rossoneri o, al contrario, farli peccare di presunzione: le prossime partite diranno la verità. Inoltre, il proprietario del club meneghino avrebbe manifestato il proprio apprezzamento anche nei confronti dei tifosi e della coreografia organizzata allo stadio prima dell’inizio del match.
Gli obiettivi di Cardinale
Per i rossoneri, la mission e gli obiettivi che sono stati impostati da Cardinale sono chiari: offrire il massimo sostegno possibile a tutto lo staff, dagli allenatori ai giocatori, e supportare il loro impegno nel conseguire i migliori successi possibili in campo.
Così i tifosi potranno – sempre secondo le parole di Cardinale – condividere le esperienze vissute dal Milan, un club storico. Gli obiettivi riguardano il campo, ma non solo: il neo-proprietario del Milan ha reso noto di voler utilizzare la rete globale di media e sport che ha a disposizione per fare in modo che il Milan possa restare ai primi posti del calcio in Italia, in Europa e nel mondo, anche grazie all’esperienza maturata nella raccolta dei dati e nella loro analisi.
Senza dimenticare il track record relativo allo sviluppo di ospitalità e stadi.
I protagonisti del derby
A un giorno e mezzo di distanza dal successo contro l’Inter, è anche il momento di analizzare la partita per individuare le chiavi di volta della vittoria. Applausi, in particolare, per Maignan, per Tonali e per Leao, che sono apparsi i tre protagonisti più bravi in campo: uno per reparto, e forse anche questo è stato il segreto del trionfo.
Il portiere francese, pur avendo subìto due gol, ma difeso il risultato fino all’ultimo secondo, riscuotendo unanimi apprezzamenti anche fra i tifosi avversari, forse invidiosi a fronte di un Handanovic che forse sembra avere già dato il meglio di sé. In attacco, poi, Leao è stato mostruoso, e ha dimostrato di meritare l’inserimento del suo nome nella lista dei candidati al Pallone d’Oro.
L’ultimo giocatore del Milan che in un derby aveva segnato due reti e realizzato un assist era stato un certo Shevchenko. Ma non è tutto, perché prendendo il libro di storia delle stracittadine meneghine si scopre che erano ben 11 anni che il Milan non si aggiudicava due derby di seguito. A quel tempo c’era un Ibra appena 30enne, mentre in difesa svettava Thiago Silva. Adesso forse non ci sono fuoriclasse di quel calibro, ma i risultati sono simili.
Perché il Milan ha vinto contro l’Inter
Secondo molti analisti, quella di sabato è stata prima di tutto la vittoria del collettivo: una squadra ben rodata che per molti aspetti pare giocare a memoria. Inoltre, non si può nascondere il valore di Stefano Pioli: il merito è suo se la squadra dà in qualunque momento la sensazione di sapere che cosa deve fare. Contestato per le decisioni prese contro il Sassuolo, il tecnico si è riscattato dimostrando di essere in grado di cambiare il piano gara in base agli avversari che vengono affrontati.
Ma, in fin dei conti, i principi di gioco rimangono sempre gli stessi. Leao, intanto, sta diventando sempre più continuo, mentre Tonali è stato fatto giocare sulla sinistra in modo da mettere in difficoltà i nerazzurri con la collaborazione del portoghese e di Theo Hernandez. Proprio quest’ultimo ha fatto sospirare più di qualche tifoso, essendo apparso troppo nervoso: il cartellino giallo rimediato nei primi minuti di gioco è stato una zavorra troppo pesante.
Insomma, per il futuro c’è da lavorare in questo senso. Il Milan in ogni caso ha rischiato, e non poco: è stato coraggioso Pioli quando ha preso la decisione di alzare la linea dei difensori e di avviare un pressing sostenuto anche quando gli attaccanti interisti arretravano. In fin dei conti il primo gol degli uomini di Inzaghi è arrivato proprio per questo motivo.
Insomma, va bene festeggiare ma questo non vuol dire che si possa smettere di lavorare, perché non tutti i meccanismi e gli ingranaggi sono ben oliati. Ma adesso è giunto il momento di dimostrare che il Milan può essere grande anche in Europa, sul palcoscenico della Champions League.