Il risultato più clamoroso dell’ultima giornata di Serie A è stato senza dubbio il ko che la Roma ha rimediato contro l’Udinese alla Dacia Arena. Una sconfitta che non ammette recriminazioni e che è giunta in modo a dir poco sorprendente, sia per le dimensioni che per le circostanze in cui è scaturita.
Il manrovescio che i giallorossi hanno subìto in Friuli non ammette attenuanti e serve, forse, a ridimensionare le aspettative per la squadra dopo un inizio di campionato che lasciava presagire ben altri risultati. Come dire: prima di mettersi a parlare di scudetto e a sognare il primo posto in classifica, forse è il caso di immergersi in un bagno di umiltà e magari a pensare alla possibilità di riuscire a conquistare un posto in Champions League.
Certo, l’Udinese di questo inizio di stagione fa paura a tutti e ha messo in difficoltà anche il Milan campione d’Italia, ma questa non può essere una giustificazione per una sconfitta assurda come quella maturata dagli uomini di Mourinho. Un pugno terribile in faccia ai sogni e ai desideri dei tifosi, con Dybala e compagni che sono rimasti a secco.
Addio al primo posto in classifica
Niente primo posto in classifica, e il rientro a Roma è stato caratterizzato dalla necessità di riflettere su quel che non è andato. Una questione tecnica o solo di testa? Di sicuro bisogna abbassare le ali e cercare di non volare troppo alto, per non fare la fine di Icaro.
Ma, sia chiaro, sarebbe un atteggiamento sbagliato anche quello di buttare il bambino con l’acqua sporca, perché comunque tutto ciò che è stato costruito nelle prime 4 giornate di campionato non può essere cancellato né dimenticato. Come si suol dire in questi casi, una Roma troppo brutta per essere vera: e per quanto sia importante voltare subito pagina, è comunque necessario focalizzarsi sugli sbagli compiuti.
Una difesa che in 4 partite era stata bucata appena una volta è andata incontro a una vera e propria valanga di gol, pur non avendo davanti – con tutto il rispetto per l’Udinese – Messi o Neymar. Ci sono giustificazioni per questa sconfitta? La Roma è parsa davvero allo sbando, come dimostrano soprattutto i primi due gol, che sono stati dei semplici regali. Poi l’Udinese ha giocato molto bene, certo, e nel finale ha approfittato dello smarrimento dei giallorossi per dilagare.
I bocciati di Udine
La prima rete realizzata da Udogie è stata frutto di un pasticcio realizzato dalla coppia Karsdorp – Rui Patricio, e anche in occasione del secondo gol il portiere portoghese non è stato esente da colpe. Poi il 3 a 0 e il 4 a 0 sono arrivati per mano di Pereyra e di Lovric, in un momento della partita in cui sembrava ormai esserci poco da fare.
Brutta, davvero brutta la prestazione di Abraham, per altro sotto gli occhi di Southgate, commissario tecnico della Nazionale inglese in procinto di scegliere i giocatori che dovranno prendere parte ai Mondiali del Qatar. La punta britannica, per di più, è stata costretta a lasciare il campo in anticipo a causa di un infortunio rimediato alla spalla sinistra. Non è andato meglio Smalling, che a sua volta è stato travolto dal naufragio della difesa romanista.
Il team di Mourinho è sembrato poco lucido, forse ha sottovalutato l’impegno oppure gli eccessi di entusiasmo della piazza hanno già mostrato i primi effetti collaterali. Ad approfittarne è stata un’Udinese cinica ma anche bella, ben gestita da Sottil che le ha trasmesso il pragmatismo necessario a una squadra del genere. Così, dopo 10 minuti il match era già indirizzato, con la Roma sotto di due gol.
Che cosa non ha funzionato
La Roma ha dimostrato di fare molta fatica nelle uscite, anche se Spinazzola sulla fascia destra ha fatto il suo. Il gioco è apparso opaco e poco fluido, anche perché l’Udinese non ha concesso quegli spazi in cui gli uomini di Mourinho sembrano trovarsi più a proprio agio.
Karsdorp, dopo il grave errore di inizio partita, non è più riuscito a entrare nel match, e le sue difficoltà hanno avuto ripercussioni per tutta la manovra romanista. Pochi gli sbocchi trovati, e in breve l’imbuto centrale si è riempito. Poche mischie nell’area dei bianconeri non possono essere considerate sufficienti per promuovere il reparto offensivo. Al di là dei 4 gol, la partita non è stata spettacolare, anche perché forse è stata troppo fisica.
Contestato il cartellino giallo comminato da Maresca a Dybala, ma non si può pensare di attaccarsi agli errori arbitrali per spiegare la sconfitta. Gli ingressi di Celik e Belotti nel secondo tempo non hanno cambiato la situazione, e l’ammonizione a un agitato Mourinho è la dimostrazione più evidente del nervosismo che serpeggiava fra i giallorossi. Insomma, la Roma deve essere ricostruita, ma il tempo basterà?