Le romane in Europa League non riescono proprio a vincere nello stesso turno: se la Lazio vince, la Roma perde; se la Lazio perde, la Roma vince. Così, nella prima giornata del torneo erano stati i biancocelesti a portare a casa i tre punti, mentre gli uomini di Mourinho avevano rimediato uno sgradevole ko in Bulgaria.

Ieri, invece, la situazione si è ribaltata, con Dybala e compagni che hanno vinto e convinto, mentre la Lazio ha subìto quella che non si può definire in altro modo che “scoppola”, prendendo cinque gol in Danimarca.

Roma vincente in casa

Ma iniziamo dalla Roma, che allo Stadio Olimpico ha battuto per 3 a 0 l’Helsinki, con gol di Dybala e la prima rete in maglia giallorossa del gallo Belotti. È ancora una volta la Joya, dunque, a trascinare il gruppo di Mourinho, che così conquista i primi tre punti del girone abbattendo la resistenza dell’HJK Helsinki.

Va detto che il primo tempo dei giallorossi non è stato dei migliori, e che la partita si è messa in discesa dopo il cartellino rosso per Tenho, il capitano della squadra finlandese: a quel punto in 11 contro 10 i capitolini hanno avuto vita facile.

Dybala è entrato in campo solo all’inizio del primo tempo, per dare la scossa alla squadra, e così è avvenuto: la Roma ha letteralmente cambiato faccia, e in men che non si dica è arrivato un tris di gol con Dybala, Pellegrini e Belotti, che ha preso il posto di Abraham.

La partita

Lo Stadio Olimpico era tutto esaurito, a dimostrazione della sete di Europa che hanno i tifosi giallorossi. Mourinho ha deciso di schierare la sua squadra con una difesa a 4, lasciando sugli esterni Vina e Karsdorp: ne è scaturito un 4 2 3 1, dove Zaniolo, Spinazzola e Pellegrini hanno agito da trequartisti dietro Belotti.

Dybala, che prima di ieri sera era sempre stato schierato titolare, è partito per la prima volta dalla panchina in questa stagione: non una bocciatura, ovviamente, ma solo un tentativo di farlo riposare. Ma alla fine c’è stato comunque bisogno di lui, e non è detto che questo sia un segnale positivo.

Curiosità tra le fila dei finlandesi per vedere all’opera Perparim Hetemaj, che ha giocato nel campionato italiano indossando le maglie del Brescia e del Chievo Verona.

L’analisi del match

Entrambe le squadra hanno avuto un approccio fin troppo rallentato alla partita, e la prima emozione è arrivata grazie a un volenteroso Belotti, che dopo avere intercettato un passaggio errato di Lingman si è involato verso la porta, venendo atterrato al limite dell’area da Tenho. L’arbitro ha avuto bisogno del supporto della Var per decretare il fallo da ultimo uomo ed estrarre il relativo cartellino rosso.

Così, in inferiorità numerica per la maggior parte del tempo, l’Helsinki è stato costretto alle barricate, per poi sfruttare le ripartenze. Belotti si è dato molto da fare, ma alla fine si è andati al riposo in parità, e anzi è stato l’Helsinki a sfiorare il gol con un colpo di testa di Hoskonen che ha colpito il palo. Nella ripresa, Mourinho ha fatto entrare Smalling al posto di Ibanez, già ammonito, e si è affidato alla creatività di Dybala. L’argentino ha ripagato la fiducia già dopo poche decine di secondi, con un sinistro diagonale rasoterra dal limite dell’area su assist di Pellegrini che ha portato in vantaggio i giallorossi.

È stato sufficiente aspettare due minuti per assistere al raddoppio, con un gol di … pancia di Pellegrini su cross di Zaniolo dopo una bella azione personale sulla fascia. Zaniolo è stato autore dell’assist anche per il terzo gol: cross al centro dalla destra per Belotti che non ha avuto problemi a insaccare. Insomma, tre punti incassati e il ko con il Ludogorets può essere dimenticato.

Lazio, che disastro

Non è andata così bene alla Lazio, che in Danimarca è stata protagonista di un vero e proprio disastro, subendo ben 5 gol dal non irresistibile Midtjylland. Le reti sono state messe a segno da Paulinho, Kaba, Evander, Isaksen e Sviatchenko, e a nulla è servito il gol della bandiera per la Lazio da parte di Milinkovic Savic.

Una battuta di arresto inattesa anche per le modalità con cui è scaturita e per le dimensioni clamorose del risultato: un botto fragoroso, di quelli che rischiano di lasciare ferite e un brutto ricordo nella testa. Anche perché i danesi non sembrano nemmeno aver faticato più di tanto per portare a casa il risultato. In teoria i biancocelesti avevano i favori del pronostico, anche grazie alla vittoria della prima giornata contro il Feyenoord, ma il responso del campo è stato diverso.

Una notte da dimenticare

Certo, una serata storta può sempre capitare, e la sensazione è che anche Sarri sia rimasto sorpreso in negativo da alcuni suoi giocatori, forse rimpiangendo la decisione di optare per il turnover in difesa, dove soprattutto Mario Gila non è stato per niente all’altezza delle aspettative.

Al di là delle prestazioni dei singoli, in ogni caso, la squadra tutta è sembrata in crisi, e non si può addurre come giustificazione la stanchezza fisica che scaturisce dalla necessità di scendere in campo una volta ogni 3 giorni. Il calendario così compresso non è una novità, e il fatto di non avere riserve di qualità non è una scusante, ma una colpa.

La partita

Nel primo quarto di gara gli uomini di Sarri hanno mostrato una certa fatica nel costruire il gioco, e nel giro di tre minuti, tra il 24esimo e il 27esimo, sono arrivati i primi due gol dei Midtjylland che hanno spezzato le gambe alla Lazio, con Paulinho e con Kaba. Pessimo nell’occasione Gila, scivolato in area. All’intervallo il risultato è di 2 a 0, mentre a inizio ripresa Luis Alberto colpisce il palo addirittura da corner.

È però solo un’illusione, perché due calci di rigore in sequenza stendono i biancocelesti. A nulla vale la rete in mezzo di Milinkovic Savic, e alla fine segna anche Sviatchenko.