Il mondo del ciclismo è in lutto per una brutta notizia: è morto, infatti, Arnaldo Pambianco, che nel 1961 si aggiudicò il Giro d’Italia davanti a Jacques Anquetil. L’ex corridore aveva 86 anni, e in carriera aveva preso parte anche, da dilettante, ai Giochi Olimpici del 1956. Fu professionista per 8 anni, ed era molto amato in Romagna, la sua terra, al punto che gli era stata perfino dedicata una canzone.
Pambianco era originario della località di Bertinoro, in provincia di Forlì e Cesena. “Viva Pambianco”: era questo il titolo del brano che gli era stata dedicata niente meno che da Secondo Casadei, vale a dire l’autore di “Romagna Mia”.
La carriera del ciclista romagnolo
Quando era ancora dilettante, Pambianco era stato in grado di aggiudicarsi il titolo di campione italiano, mentre alle Olimpiadi di Melbourne si era classificato in settima posizione. Due anni più tardi, nel 1958, aveva compiuto il grande passo verso il professionismo, e avrebbe concluso poi la sua carriera nel 1966. Nel 1960 prese parte sia al Giro d’Italia che al Tour de France, concludendo entrambe le manifestazioni in settima posizione.
L’anno seguente riuscì ad aggiudicarsi la corsa rosa, un’edizione particolare perché cadeva in occasione del centesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Pambianco era rimasto coinvolto in una caduta durante la tappa di Taranto, ma era riuscito a recuperare il tempo perso grazie a una fuga di cui era stato protagonista nel corso della 14esima tappa, che non vinse ma gli consentì di ottenere la maglia rosa.
La vittoria al Giro del 1961
Indossò il simbolo del primato con un vantaggio di 24 secondi nei confronti di Anquetil, che secondo tutti gli addetti ai lavori era il grande favorito di quella edizione. Ma il meglio doveva ancora venire, perché Pambianco fu abile nel difendere il primato in classifica dai tanti attacchi portati dai concorrenti.
Nella penultima tappa da Trento a Bormio giunse secondo, e in questo modo consolidò la testa della classifica. Infine, l’ultima tappa a Milano, dopo la quale si ritrovò con 3 minuti e 45 secondi di vantaggio su Anquetil. La maglia rosa e il Giro erano di Pambianco, che trionfò nonostante non fosse riuscito a vincere lacuna tappa. Pambianco ha lasciato un ricordo indelebile in tutti gli appassionati di ciclismo e nei nostalgici di un mondo a due ruote che, per motivi più che evidenti, non esiste più. Per sfortuna.