Alle porte di Milano, nel centro commerciale Mirafiori del paese di Assago, un uomo di 46 anni ha preso a coltellate diversi clienti all’interno del supermercato Carrefour. Il grave episodio si è verificato nel tardo pomeriggio di ieri; l’aggressore ha colpito 6 persone, una delle quali – un cassiere di 30 anni – è rimasto uccido.
Altre tre si trovano in condizioni definite serie. Il colpevole di questo gesto è un uomo con disturbi psichici, e tra le persone colpite c’è anche Pablo Marì, giocatore di Serie A: il difensore spagnolo, infatti, milita nel Monza.
Che cosa è successo
Il tutto è accaduto verso le sei e mezza del pomeriggio. L’uomo ha preso un coltello in vendita nel supermercato e ha aggredito diverse persone, tra cui un uomo di 80 anni e uno di 40. L’aggressore in passato era stato sottoposto a un TSO, un trattamento sanitario obbligatorio, e soffriva di depressione. Pablo Marì è stato trasferito in stato di coscienza all’ospedale di Niguarda, mentre il cassiere del Carrefour è morto proprio mentre veniva portato in ospedale.
Il calciatore spagnolo è stato raggiunto in ospedale da Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, e da Raffaele Palladino, allenatore della squadra biancorossa. Le sue condizioni destavano preoccupazione, al punto che il trasporto è stato effettuato con codice rosso e in elisoccorso.
Indagini in corso
Gli inquirenti stanno ancora lavorando per ricostruire con precisione la dinamica del fatto. Si sa che l’aggressore è stato fermato da alcuni clienti presenti all’interno del supermercato, e tra questi ci sarebbe stato anche Massimo Tarantino, ex difensore di Serie A con un passato con le maglie dell’Inter e del Bologna. Immediato è stato l’intervento delle forze dell’ordine.
Il Monza si stringe intorno al suo giocatore
Sui profili social ufficiali, il Monza ha manifestato la propria solidarietà a Pablo Marì, invitandolo a lottare come è abituato a fare ed esprimendo vicinanza a lui e alla sua famiglia. Firmato da Adriano Galliani, il comunicato pronostica una rapida guarigione a Marì, definito un guerriero.
Quel che è certo è che se anche le ferite del corpo si dovessero rimarginare presto, più difficile sarà riuscire a superare il trauma psicologico derivante dalla consapevolezza di aver rischiato di morire a causa dell’imprevedibile aggressione di una persona malata, che con tutta probabilità non avrebbe dovuto avere il permesso di andare in giro in piena libertà.