Dopo la prima tappa in Spagna della Uci Track Champions League 2022, Miriam Vece ha parlato delle proprie emozioni e delle proprie sensazioni. La 25enne di Crema ha raccontato che a Maiorca la sua bici non è mai arrivata, e per questo motivo spera che non ci siano imprevisti a Berlino.

La lombarda ha spiegato che vuole aiutare, con questa Champions, alcune ragazzine Junior, che in questo modo saranno agevolate a far parte del settore della velocità femminile.

Vece, che è nata il 16 marzo del 1997, a soli 25 anni di e mezzo in pista ne ha già viste di cotte e di crude, e in più può vantare una bacheca davvero ricca, contando sia il settore senior che quello giovanile. Per lei si tratta della seconda presenza di seguito alla Uci Track Champions League.

La seconda partecipazione consecutiva

Secondo i piani iniziali Miriam non avrebbe dovuto partecipare alla rassegna, ma lo scenario è mutato in virtù dell’assenza di Emma Hinze. La cremasca ha dichiarato che si è trattato di una esperienza molto bella che vorrebbe rifare: in particolare, è una vetrina di prestigio per tutti gli italiani e per la stessa Vece, che è la sola rappresentante della velocità al femminile.

L’ideale sarebbe che qualche ragazzina con meno esperienza venisse stimolata, per dimostrare che la velocità su pista rappresenta una disciplina con lo stesso valore del ciclismo su strada e di quello endurance. L’Italia c’è, dunque, ma ha bisogno di farsi vedere. In Spagna l’avventura non è cominciata nel modo migliore, ma restano altri 4 round da sfruttare: quelli di Berlino, di Parigi e di Londra, dove si gareggerà per due volte.

Il problema della bici

Come detto, le bici italiane non sono arrivate a Maiorca: una disavventura che Miriam ha suo malgrado dovuto condividere con il velocista del Suriname Jair Tjon En Fa. I mezzi sono rimasti a Madrid fino al 14 novembre, ma già il 12 si era svolta la prima tappa. Nonostante le rassicurazioni, le bici non sono giunte; la speranza della ciclista lombarda è che la situazione a Berlino non si ripeta e che non ci siano altri imprevisti di questo tipo. In Germania Miriam non potrà fare altro che dare il massimo perché deve recuperare tante posizioni e molti punti.

Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario essere concentrati e riuscire a fare bene tanto nella sprint quanto nel keirin. La gara di Maiorca è stata compromessa proprio dalla mancanza della bici, che ha impedito a Miriam di entrare nella sua comfort zone. La ciclista italiana si è preoccupata anche di non provocare problemi in occasione delle batterie, magari con il rischio di cadere o addirittura di causare problemi alle altre concorrenti.

Nell’occasione Miriam è salita in sella alla bici di Rachele Barbieri. La situazione sarà diversa a Berlino, sempre che non ci siano altri inconvenienti con la bici.

La condizione atletica

Vece ha confessato di non sentirsi in condizioni ottimali e ha affermato che il top della forma è ancora lontano dall’essere raggiunto. Al termine del Mondiale in Francia c’è stato uno stop di due settimane, il che vuol dire che la giovane ha ricominciato a pedalare da poco.

D’altro canto, tutte le cicliste sono – come si suol dire – sulla stessa barca, e sono sullo stesso livello, almeno a giudicare dallo svolgimento delle gare che si sono svolte in Spagna. L’obiettivo di Miriam è da una parte quello di divertirsi e dall’altra parte quello di fare esperienza: insomma, l’Uci Track Champions League va sfruttata come trampolino di lancio in vista degli Europei che si svolgeranno a febbraio. L’appuntamento da segnare sul calendario è per l’8 febbraio, primo dei cinque giorni della manifestazione che andrà in scena a Grenchen e che rappresenterà il primo passo per le qualificazioni ai Giochi Olimpici di Parigi che si svolgeranno fra due anni.

Nonostante la mancanza di Emma Hinze, la concorrenza è agguerrita. Secondo Vece, tra le favorite ci sono la tedesca Lea Friedrich, la francese Mathilde Gros e la canadese Kelsey Mitchell, che con tutta probabilità si contenderanno il podio. Martha Bayona, invece, ha tutte le carte in regola per vestire i panni di outsider, con prospettive di risultati.