Nubi dense sopra il capo di Mattia Binotto in casa Ferrari. Il capo del Cavallino è oggetto di vari rumors e indiscrezioni che parlano di una sua rimozione. Ma sarebbe davvero questa la soluzione più intelligente? La sensazione è che Binotto abbia bisogno di essere supportato, e non licenziato: e comunque sarebbe un errore sostituirlo con una persona che ha deciso di far correre Bottas in Alfa Romeo.

Nessuno può negare il fatto che la Ferrari nel 2022 non abbia vinto, ma questo non vuol dire che si sia trattato di un anno negativo. La Rossa, infatti, ha compiuto dei passi in avanti importanti: prima che cominciasse la stagione nessuno si sarebbe atteso di poter ottenere ben 12 pole position accompagnate da 4 successi. Sia chiaro: si deve e si può migliorare, ma è fondamentale che il punto di partenza sia positivo. Se la gestione sportiva venisse rivoluzionata con un capo nuovo, si finirebbe di nuovo indietro.

Le basi per il futuro

Il problema è che la Ferrari non si può considerare una squadra normale, se non altro a causa delle tante attenzioni con cui ha a che fare e con le aspettative. Insomma, navigare nella tempesta è quasi una consuetudine per chi lavora a Maranello, e una nuova dimostrazione è giunta con il weekend di Abu Dhabi.

Leclerc è riuscito a ottenere il secondo posto nella classifica piloti, e il Cavallino ha raggiunto lo stesso obiettivo nella classifica costruttori. Tutto questo mentre il futuro di Binotti appare in bilico e oggetto di chiacchiere che provengono da ogni dove.

Quale voto per la Ferrari

Lo stesso Binotto ha attribuito a questa stagione della Ferrari un voto compreso tra il 7 e mezzo e l’8. Secondo qualcuno un punteggio tanto alto è eccessivo per una squadra che in fin dei conti non ha vinto nulla, ma – come si è detto – è opportuno mettere in evidenza il passo in avanti che è stato compiuto. Certo, la felicità si è alternata con la tristezza, e in troppe occasioni i motori hanno smesso di funzionare quando non avrebbero dovuto.

Ancora, nei Gran Premi di Silverstone e di Montecarlo sono stati compiuti degli errori di strategia piuttosto gravi, per non dire imbarazzanti. E non si può dimenticare nemmeno ciò che è accaduto in occasione delle qualifiche del Gran Premio del Brasile.

Le prospettive per il futuro

Un errore che la Ferrari non deve commettere è quello di tentare di copiare la Mercedes o la Red Bull. Davanti alla Rossa, infatti, c’è una strada già tracciata ed è quella che deve essere seguita. Se la gestione sportiva venisse stravolta, come accadrebbe in modo inevitabile con l’arrivo di un capo nuovo, non si farebbe un passo in avanti, ma indietro.

Come ha spiegato lo stesso Binotto, il lavoro che la squadra ha compiuto nel corso del fine settimana di Abu Dhabi è stato un chiaro segnale da parte del team: c’è bisogno di stabilità, perché è solo questa che dà risultati significativi in Formula 1.

Le storie delle avversarie

Una dimostrazione lampante in tal senso proviene proprio dalle storie vincenti della Mercedes e della Red Bull. Ma lo stesso era accaduto proprio alla Ferrari quando a governare la squadra c’era Jean Todt. Le vittorie in sequenza di Michael Schumacher, infatti, giunsero non in maniera immediata, ma dopo anni di lavoro.

Ecco perché c’è chi pensa che questo sia il momento per rinforzare la scuderia, e non per rivoltarla come un calzino. Gli errori di Binotto sono noti e non possono essere cancellati. E se proprio si decidesse di cambiare, lo si dovrebbe fare con un responsabile più bravo di quello che viene sostituito.

Frederic Vasseur

I rumors di qualche giorno fa avevano lasciato intendere che Binotto sarebbe stato licenziato dal suo ruolo per lasciare il posto al team principal Frederic Vasseur. Queste indiscrezioni poi sono state smentite, ma non ci sono certezze in merito.

D’altra parte il bello della Ferrari è che non si può mai sapere niente, e per il momento non si può far altro che aspettare una decisione di John Elkann: sempre che almeno lui abbia le idee chiare su che cosa fare e cosa no.