Si trova in Germania l’uomo accusato di avere investito Davide Rebellin e aver causato la sua morte in un incidente stradale. Il camionista è stato rintracciato dalle forze dell’ordine e denunciato: il mezzo che ha provocato il decesso dell’ex ciclista ha targa tedesca ed è di colore rosso.
Per il momento l’autista non è stato arrestato in quanto nell’ordinamento tedesco non esiste il reato di omicidio stradale, a differenza di quel che accade in Italia. Il tragico episodio che ha determinato la scomparsa di Rebellin, dunque, progredisce e compie degli importanti passi in avanti.
Le indagini delle forze dell’ordine
Dopo due intensi e impegnativi giorni di indagini, le forze dell’ordine hanno dunque individuato il camionista che ha posto fine alla vita del campione azzurro, che nel corso della sua lunghissima carriera si era aggiudicato più di 60 titoli. Il soggetto ha 62 anni e, come noto, dopo avere investito il ciclista ha proseguito la propria marcia senza fermarsi e senza prestare soccorso.
Gli inquirenti hanno ricostruito i momenti successivi all’incidente, con il camion che si è fermato nello spiazzo davanti a un locale situato a breve distanza dal posto in cui è avvenuto il fatto. Quindi l’autista si sarebbe reso conto di quello che era successo, visto che è sceso dalla cabina di guida con l’intento di dare un’occhiata alle condizioni della carrozzeria. Sembra, inoltre, che il conducente si sarebbe addirittura avvicinato a Rebellin, evitando di soccorrerlo e poi ripartendo.
Le telecamere della zona
Ovviamente a favorire questa ricostruzione sono state le immagini che sono state riprese dalle telecamere situate nella zona. I video mostrano fra l’altro un camion di colore rosso che si è fermato nell’area di parcheggio di un locale di Montebello, il ristorante La Padana.
In base agli inquirenti, tutto sarebbe avvenuto in un periodo di tempo compatibile con quello dell’investimento. Ed è tale collegamento diretto che ha persuaso gli organi preposti ad avviare le verifiche del caso. A quel punto le nostre forze dell’ordine si sono rivolte all’Interpol per approfondire le immagini, proprio perché nel frattempo il camionista ha lasciato l’Italia, con tutta probabilità guidando lungo l’Autobrennero.
Nel frattempo si è data da fare anche la Procura di Vicenza, la quale ha aperto un fascicolo contro ignoti per indagare sul reato di omicidio stradale. È proprio questa la ragione per la quale non si potranno svolgere le esequie di Rebellin fino a quando le autorità non concederanno il nulla osta, cosa che forse potrebbe avvenire la settimana prossima.
Il certificato penale del camionista
La polizia di Steinfurt, in Germania, ha ricevuto la richiesta di fornire il certificato penale del soggetto. Si è scoperto, così, che nei suoi confronti era già stato aperto un procedimento per reato da omicidio stradale, con una pena risalente al 2001 proveniente dal Tribunale di Foggia per un episodio in cui il conducente era fuggito dal luogo di un sinistro. Ma non è tutto, perché nel 2014 la Polizia Stradale di Chieti aveva ritirato al camionista la patente dopo averlo sorpreso alla guida in stato di ebbrezza.
Le reazioni
Nel frattempo Carlo Rebellin, fratello di Davide, ha rivelato come ha scoperto della sua morte. Un suo cugino, infatti, gli aveva inviato un messaggio in cui gli riferiva di un investimento di un ciclista in zona. A quel punto Carlo ha provato a chiamare al telefono Davide, senza però ottenere risposta. Così, in preda alla preoccupazione ha contattato i carabinieri per poi precipitarsi sul luogo dell’incidente, dove ha avuto la conferma terribile dei suoi presagi, vedendo il corpo del fratello coperto e steso a terra.