Le squadre di calcio, sia in Italia che nel resto d’Europa, puntano sui diritti tv e sui ricavi che ne derivano per sopravvivere. La boutique di advisory Tifosy, che si occupa di business e sport, ha messo a punto un’analisi incentrata sulle entrate che i diritti tv garantiscono nel cinque più importanti campionati d’Europa, grazie a cui è possibile conoscere la situazione non solo in Italia, ma anche in Francia, in Germania, in Spagna e in Inghilterra, attraverso un paragone fra i diritti internazionali e quelli domestici.
Come si può facilmente immaginare, la Premier League è il campionato che ha il valore più elevato, visto che tra diritti internazionali e diritti domestici arriva a 3 miliardi e 600 milioni di euro: si tratta di un importo che è più alto del 77% rispetto a quello della Liga, che si trova sul secondo gradino del podio.
La classifica europea
Vale la pena di mettere in evidenza che i campionati che hanno dovuto negoziare i contratti nuovi, in occasione della più recente sessione di trattative, hanno dovuto fare i conti con una contrazione delle entrate: è ciò che è avvenuto per la Bundesliga e per la Serie A.
Diverso il discorso per la Premier League, che ha da poco rinnovato gli accordi sulla base delle stesse cifre previste per il triennio compreso tra il 2019 e il 2022. Tenendo conto dei diritti televisivi esteri e domestici, quindi, la graduatoria europea vede al primo posto i 3 miliardi e 600 milioni di euro della Premier League, seguiti dai 2 miliardi e 100 milioni di euro della Liga spagnola, dal miliardo e 300 milioni di euro della Bundesliga, dal miliardo e 200 milioni di euro della Serie A e dagli 800 milioni di euro della Ligue 1 francese. Fra i diversi tornei, si scopre che i ricavi da diritti esteri e i ricavi da diritti nazionali sono più o meno in equilibrio solo in due casi su cinque.
Le entrate da diritti esteri e da diritti nazionali
In particolare, in Serie A c’è una forte prevalenza dei guadagni ottenuti da diritti nazionali, pari al 78.7%, contro il 21.3% delle entrate dovute a diritti esteri. Una situazione simile si verifica per la Ligue 1: in Francia i diritti domestici coprono l’89.1% dei guadagni, mentre quelli esteri toccano il 10.9%.
Anche in Germania c’è scarso equilibrio da questo punto di vista, poiché i diritti nazionali toccano l’83.1% mentre quelli esteri arrivano al 16.9%. Un maggiore equilibrio si nota solo per la Liga spagnola e per la Premier League inglese: nel primo caso i diritti nazionali assicurano il 56.2% delle entrate, a fronte del 43.8% dei ricavi che scaturiscono da quelli esteri; nel secondo caso, i diritti di casa arrivano al 52.8% degli introiti, mentre quelli esteri toccano il 47.2%.
Come vengono distribuiti i ricavi
Va segnalato, inoltre, che tutti i più importanti campionati europei scelgono per la vendita dei diritti di trasmissione un approccio collettivo, fermo restando che il modo in cui i ricavi vengono distribuiti fra le società cambia a seconda del campionato e sulla base di due variabili principali, vale a dire il pubblico e le prestazioni.
Per tutti i campionati è previsto il 50% di base fissa, distribuito in maniera equa fra tutte le squadre. La sola eccezione in tal senso arriva dalla Bundesliga, visto che in Germania le risorse vengono distribuite per il 93% in funzione delle performance che le squadre hanno fatto registrare nel corso degli ultimi cinque anni. Non solo: il campionato tedesco è anche il solo torneo in cui i ricavi da diritti tv sono distribuiti in funzione del coinvolgimento dei giocatori che provengono dai settori giovanili, per quanto si tratti di una quota del 2%, e quindi molto bassa.
La Serie A insegue
Dai dati appena riportati, risulta evidente che la Serie A è nettamente staccata dal campionato spagnolo e da quello inglese, che a livello economico ormai sembrano viaggiare in una galassia a parte. La Premier League, in particolare, è la lega che può vantare il modello di distribuzione più equo, visto che è di soli 46 milioni di euro la differenza in termini assoluti fra la prima e l’ultima squadra del campionato: 1.6 volte.
È vero che in Francia, per esempio, la differenza assoluta è di 41 milioni di euro, ma in questo caso si tratta di 3.2 volte. La società che in Spagna ha maggiori entrate arriva a 167 milioni di euro, a fronte dei 44 milioni previsti per l’ultima. In Italia, infine, alla prima in classifica spettano 100 milioni di euro, mentre al club che giunge in ultima posizione toccano 35 milioni di euro: vuol dire che la prima riceve 2.9 volte in più rispetto all’ultima. Si può lavorare ancora tanto per provare a migliorare.