Un pareggio e una sconfitta: un punto racimolato su sei a disposizione. Decisamente non è positivo il bilancio delle squadre italiane nella prima giornata della nuova edizione della Champions League.

In campo sono scesi il Milan e la Juventus, certo con aspettative diverse anche per la differenza degli avversari: il Salisburgo contro i rossoneri, il Paris Saint Germain contro gli uomini di Allegri.

La Juventus

E proprio dalla Juve cominciamo: una sconfitta per 2 a 1 che da qualcuno è stata definita la vittoria delle individualità – quelle del PSG – come se avere dei fuoriclasse in rosa fosse una colpa e non un merito. Secondo la stampa, i bianconeri al Parco dei Principi non sono stati dominati, e la partita è stata decisa dai campioni.

Inutile fare i nomi, perché una squadra che può schierare nello stesso momento Mbappè, Messi e Neymar sembra avere pochi rivali. Il primo gol di Mbappè è esemplare da questo punto di vista: una giocata incredibile dal punto di vista tecnico, quasi da videogame. C’è anche chi sostiene che la Juve abbia dovuto fare i conti con un’infermeria troppo piena a causa dei tanti infortuni dei big.

Ma, anche in questo caso, avere una rosa corta e delle riserve non all’altezza dei titolari non è di certo una giustificazione. La Juve ha anche sfiorato il pari, ma quel che conta è che alla fine a portare a casa i tre punti sono stati i francesi. E se già alla vigilia Allegri aveva lasciato intendere che non era questa la gara in cui la sua squadra avrebbe dovuto cercare la qualificazione, appare chiaro da un lato lo spirito con il quale i bianconeri sono scesi in campo, e dall’altro lato il fatto che la Juve ha già rinunciato a candidarsi alla vittoria della Champions.

Un gap troppo evidente

Il finale di partita della Juve è stato in crescendo, come era normale che fosse visto il tentativo del gruppo di Allegri di andare all’arrembaggio della porta di Donnarumma per rimediare al risultato; ma in fin dei conti poco è cambiato, e si tratta solo di un contentino che non regala sollievo al dolore dei tifosi. Il gap tra PSG e Juve, dal punto di vista tecnico, è evidente sia sulla carta che in campo, e ieri si è visto tutto.

Già il fatto che oggi si sia contenti per una sconfitta onorevole e per non aver subìto un pesante ko rende l’idea di quali siano le reali aspettative juventine per questa edizione del massimo torneo continentale. Insomma, la Juve come l’Italia del rugby, che non compete per vincere ma per uscire a testa alta dal campo quando incontra le grandi.

Chi avrebbe mai immaginato, solo fino a pochi anni fa, che i bianconeri sarebbero stati considerati degli outsider contro il Paris Saint Germain? Eppure questo è ciò che ha detto il campo, e poco importa che in tanti vedano il bicchiere mezzo pieno. Il gol di McKennie non deve far dimenticare le difficoltà incontrate, e per tutto il primo tempo la Juve è sembrata in crisi, addirittura sul punto di prendere un’imbarcata da un momento all’altro.

All’intervallo i gol di svantaggio avrebbero potuto anche essere di più, e solo nella ripresa lo scenario è cambiato. Il gioco di Allegri è stato ancora una volta poco brillante, e a poco serve rimpiangere le assenze di Chiesa, di Di Maria e di Pogba.

Milan, pareggio deludente

Atene piange, ma Sparta non ride di certo. Dopo gli entusiasmi successivi alla vittoria conseguita nel derby, i tifosi del Milan si aspettavano ben altri risultati dal primo turno di Champions League, anche perché gli avversari non sembravano certo irresistibili.

Invece non solo i rossoneri non sono riusciti a vincere, ma sono andati perfino in svantaggio, per poi trovare il pareggio. Certo, nel finale è stato preso un palo che ancora grida vendetta, ma per una squadra che ha ambizioni internazionali non si può ritenere sufficiente una X sul tabellino contro quello che in teoria è l’anello debole del Gruppo R.

Le reti di Okafor e Saelemaekers hanno ravvivato un match non troppo esaltante. Va detto che lo scorso anno sul campo del Salisburgo erano cadute squadre come il Wolfsburg e il Siviglia, ma non è questa la consolazione necessaria per far guardare i tifosi rossoneri con gioia al risultato di ieri.

Promossi e bocciati nel Milan

A tradire ieri sera è stato soprattutto il reparto arretrato: il primo gol del Salisburgo è responsabilità di Pierre Kalulu, che ha fatto una pessima figura. Sia chiaro, niente di male per un giocatore che fino a qui ha sorpreso tutti in positivo.

E a dir la verità anche Mike Maignan non è parso irreprensibile in occasione della rete degli austriaci, con il pallone che gli è passato sotto le gambe: la sensazione è che avrebbe potuto fare di più. Che l’estremo difensore abbia abituato troppo bene i suoi tifosi dopo i miracoli del derby? Da segnare sul taccuino anche il debutto di Sergino Dest, che è entrato in campo nel secondo tempo al posto di un deludente e infuriato Davide Calabria.

Per il resto, bene Theo Hernandez con i suoi inserimenti e le sue diagonali, mentre hanno deluso Tomori, che si è dimostrato meno preciso del necessario, e Bennacer: il gol del Salisburgo trae origine da un suo errore. L’esordio in Champions di Pobega, invece, è stato tra luci e qualche ombra.

Inter e Napoli, tocca a voi

Questo il bilancio del martedì di Champions League, mentre questa sera due impegni proibitivi attendono le altre due italiane impegnate nel torneo. L’Inter aspetta il Bayern Monaco, ed è chiamata a risollevarsi dopo la sconfitta contro il Milan giocando contro una delle più serie candidate alla vittoria finale.

E aspira al successo anche il Liverpool, che fa visita al Napoli tra le polemiche, dopo il messaggio pubblicato sui social network in cui invita i propri tifosi a prestare attenzione al rischio di rapine e furti nella città partenopea. La parola al campo.