L’Italvolley è campione del mondo: la marcia trionfale fino alla finale vinta in Polonia

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È stata davvero una marcia trionfale quella di cui si è resa protagonista la Nazionale italiana di pallavolo, che ha conquistato il titolo di campione del mondo a distanza di 24 anni dall’ultima volta grazie a un ruolino di marcia clamoroso che l’ha portata a sconfiggere in finale la temibile Polonia padrona di casa.

È la quarta volta che gli azzurri conquistano il titolo iridato, dopo il tris consecutivo degli anni Novanta: la vittoria ottenuta in quattro set domenica scorsa rende merito al percorso compiuto dagli uomini di Fefè De Giorgi, che sono entrati nella storia e sono saliti di nuovo sul tetto del mondo.

La finale

Il primo set è stato appannaggio dei polacchi, che hanno concluso sul 25 a 22; dopodiché, però, Giannelli e compagni sono stati protagonisti di un crescendo rossiniano, che li ha portati a vincere 3 set di seguito, fermando gli avversari a 21, a 18 e a 20.

Una festa clamorosa si è scatenata dopo l’ultimo punto, anche perché era dal lontano 1998 che la Nazionale azzurra non riuscita a partecipare a una finale mondiale. Quella era la cosiddetta Generazione dei Fenomeni; per gli azzurri di oggi non è ancora stato coniato un soprannome adeguato, ma poco conta.

L’esordio contro il Canada

Il debutto in questi Mondiali era andato in scena contro il Canada, ma quel match è stato vinto senza troppi problemi: gli americani sono stati sconfitti per 3 set a 0 con una prova decisamente autorevole da parte degli azzurri.

Il punteggio non lasciava spazio a dubbi, con gli avversari che hanno raggiunto 13 punti nel primo set e 18 nel secondo, per poi dare più filo da torcere all’Italia nel terzo, che si è concluso addirittura sul 39 a 37. Insomma, la cavalcata iridata era cominciata sotto i migliori auspici.

Gli azzurri per altro si erano presentati ai nastri di partenza non con il ruolo di favoriti, ma come potenziali outsider, ed erano reduci da alcune polemiche come quella relativa all’esclusione di Ivan Zaytsev. Sugli scudi, nel match iniziale, sia Lavia che Galassi.

La Turchia e la Cina

I match successivi del girone sono stati disputati contro la Turchia e la Cina: in tutti e due i casi, vittoria per 3 a 0. Questo ha voluto dire che gli azzurri si sono presentati agli ottavi di finale senza aver perduto un solo set.

Un ruolino di marcia più che impressionante, anche se a dir la verità gli avversari non erano tra i più forti che si potessero incontrare. A stupire era stata in modo particolare la vittoria contro la Cina, con i set vinti a 14, a 10 e a 14: un dominio assoluto contro gli asiatici, per una partita che praticamente non ha mai avuto storia.

Gli italiani, così, hanno terminato il ranking combinato in terza posizione, ma solo perché il primo e il secondo posto spettavano di diritto alla Polonia e alla Slovenia, cioè le squadre dei Paesi ospitanti della manifestazione.

Una volta ottenuto il passaggio ai turni eliminatori, l’Italia ha vissuto qualche brivido nello scoprire che avrebbe dovuto affrontare Cuba, che si era qualificata in qualità di migliore terza, in vista di un eventuale quarto di finale contro la Francia oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Insomma, un percorso complicato. Ma alla fine gli azzurri ce l’hanno fatta, come vedremo.

Un’impresa dopo l’altra

Superare il girone è stato poco più che una formalità, e non avrebbe potuto essere altrimenti per una squadra che è campione d’Europa. Il percorso nei turni a eliminazione diretta, invece, è stato più irto di difficoltà, come era lecito aspettarsi.

Gli azzurri, però, sono stati in grado di sbarazzarsi di Cuba agli ottavi di finale; ai quarti hanno trovato sulla propria strada la Francia, ma anche i cugini transalpini sono stati costretti a soccombere contro lo strapotere del gruppo di De Giorgi.

Infine, sabato sera la semifinale contro la Slovenia, mentre sull’altro campo la Polonia ha avuto la meglio sul Brasile.

Finale: il primo set

Il primo set della partita contro la Polonia è stato a dir poco combattuto. Si inizia con gli azzurri che sembrano giocare in fiducia e sono sempre davanti agli avversari. La Polonia, dal canto suo, può contare sul fantastico supporto del proprio pubblico, che regala un entusiasmo che consente di sopperire alle lacune tecniche che di tanto in tanto si ravvisano sotto rete.

Il confronto è ricco di emozioni e tirato, con l’Italia che cerca di partire al massimo; ma in alcuni casi le conclusioni si rivelano troppo precipitose, e l’eccesso di foga si trasforma in un danno. Ecco, quindi, che la Polonia dopo essere stata sotto di 2 riesce a tornare nel match, fino al pari sul 21 dopo il quale De Giorgi non può far altro che chiamare il time out.

 Un tentativo che, però, non va a buon fine, e sono i polacchi ad andare in vantaggio nel conto dei set grazie al punteggio di 25 a 22, con l’ultimo punto che arriva grazie a un muro vincente.

Finale: il secondo set

Dopo un inizio così, la strada sembrerebbe tutta in discesa per i polacchi, anche perché l’arena biancorossa è un inferno, con un tifo scatenato ma comunque rispettoso degli avversari. Per l’Italia quel che ci vuole è una vera e propria impresa, ed è quella che arriva, anche se non mancano le difficoltà.

Il secondo set, infatti, all’inizio è ancora appannaggio degli avversari: i padroni di casa vanno sul 3 a 0, e il rischio è che gli azzurri prendano una bambola clamorosa. De Giorgi non ci sta e utilizza subito il suo time out: l’effetto è quello desiderato, perché il gruppo italiano reagisce.

Si arriva a metà set con gli azzurri che sono dietro di 2 ma danno la sensazione di poter ribaltare, con un pizzico di fortuna, il punteggio. La Polonia vive di una fantastica difesa a oltranza, e l’Italia non riesce a mettere in pratica un gioco continuo. Ma sul finale la situazione si rovescia, anche grazie al servizio di Giannelli, e alla fine è 25 a 21 per gli azzurri.

Finale: il terzo set

Le due squadre si presentano al terzo set sul punteggio di 1 a 1: tutto da rifare dall’inizio, insomma. In questo set sono gli azzurri a partire con una marcia in più, ma dopo un buon avvio l’Italia si ritrova ancora in svantaggio anche per colpa di una serata non al top di Micheletto: proprio lui sembra essere l’anello debole di una catena che per altri aspetti pare essere perfetta, e così la Polonia sale sul 7 a 4. Niente di male, però, perché lo stesso Micheletto si riscatta.

A definire le sorti del set è anche la decisione di De Giorgi di chiamare un challenge che dona un punto agli azzurri. Così, il terzo set si conclude sul 25 a 18, dopo che l’Italia aveva già sprecato un primo match point.

Finale: il quarto set

L’inerzia del match a questo punto è cambiata, ma la Polonia non dà certo la sensazione di volersi arrendere, anzi. Anche nel quarto set è una battaglia punto a punto tra gli azzurri e i biancorossi, che più che di tecnica vivono di orgoglio e di rabbia. Non basta, però, e in breve si passa dal 7 a 6 per l’Italia al 13 a 8. Gli azzurri a tratti appaiono incontenibili, mentre i padroni di casa non sono più in grado di arrestare la travolgente ondata del gruppo di De Giorgi.

La più forte arma a disposizione della Polonia è il servizio, che contribuisce a ridurre solo in parte il divario. Gli azzurri, complice la forza del collettivo, si fanno coraggio e infine si aggiudicano la finale. La festa può iniziare, ma adesso è già tempo di pensare alle Olimpiadi che si disputeranno fra due anni: la medaglia d’oro a cinque cerchi, infatti, è la sola che manca nella ricca bacheca del volley italiano.

Una Nazionale che è motivo di orgoglio per tutti

Tanti sono stati i protagonisti di questa ascesa sul tetto del mondo, ma di sicuro un ruolo di primo piano spetta a Simone Giannelli, che nel corso di tutta la manifestazione è stato bravo nel farsi notare e apprezzare sul fronte offensivo.

Non male nemmeno lo schiacciatore Daniele Lavia, che ha messo a terra un bel po’ di palloni pesanti, e una menzione è doverosa anche per Yuri Romanò, opposto che con i suoi muri ha dato tranquillità a tutta la squadra. I centrali Simone Anzani e Gianluca Galassi, poi, hanno dimostrato una classe stupefacente. Insomma, è facile capire perché De Giorgi abbia dichiarato che essere tecnico di questa squadra sia per lui motivo di orgoglio.

Gli azzurri sono cresciuti di partita in partita, intraprendendo un percorso spettacolare. Un gruppo tanto coeso quanto compatto, che ha entusiasmato anche gli italiani, come dimostra il successo di ascolti, con la partita della finale che è stata trasmessa in diretta domenica sera su Raiuno in prime time.

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