È stata una serata davvero da incubo quella per le italiane ieri in Champions League. Sia il Milan che la Juventus hanno rimediato due ko, per motivi diversi inattesi, che hanno complicato e non poco la loro qualificazione agli ottavi di finale della massima competizione europea.

 I rossoneri recriminano per il cartellino rosso estratto in faccia a Tomori al 18esimo minuto, a causa del quale il gruppo di Pioli ha dovuto giocare quasi tutta la partita in inferiorità numerica contro il Chelsea. Gli inglesi hanno colto l’occasione e hanno vinto per 2 a 0 grazie a un calcio di rigore segnato da Jorginho e a una rete di Aubameyang.

L’episodio che ha deciso la partita

Come detto, la svolta del match si è verificata al 18esimo minuto, quando Tomori ha trattenuto Mount che era scappato via. Siebert assegna il calcio di rigore e mostra il rosso al difensore: doppia beffa per il Milan, che si ritrova in dieci e che deve fare i conti con lo svantaggio.

 Al 27esimo minuto Giroud avrebbe la possibilità di pareggiare con un colpo di testa, ma al 34esimo sono stati i Blues a trovare la via del raddoppio con Aubameyang. Nel secondo tempo il gabonese potrebbe addirittura segnare il 3 a 0 ma trova la strada sbarrata da Tatarusanu. In fin dei conti, la sola buona notizia è arrivata dalla Croazia, dove il Salisburgo e la Dinamo Zagabria hanno pareggiato.

Quindi non è ancora detta la parola fine per la qualificazione, ma il Milan non si può più permettere di sbagliare.

Che cosa non è andato

I rossoneri lasciano il Meazza con una sconfitta che ammette molte recriminazioni, perché è da considerarsi davvero discutibile il provvedimento che è stato adottato dall’arbitro tedesco. A risentirne è stato lo spettacolo, mentre non si lamenta certo il Chelsea. I Blues ora sono in cima alla classifica con 7 punti, davanti al Salisburgo a quota 6, mentre il Milan è accanto alla Dinamo Zagabria con 4 punti.

I rossoneri erano stati padroni del campo fino all’episodio chiave, ma va detto che nel giro di una settimana il passivo contro il Chelsea è stato di 5 a 0: troppo anche con un cartellino rosso di mezzo. Stefano Pioli ha schierato più o meno la stessa squadra vista contro la Juventus, con un solo cambio: fuori Pobega e dentro Krunic. Il modulo scelto è stato un 4-3-3 a dir poco inedito, con Giroud punta centrale supportato da Leao e Diaz.

Theo Hernandez, invece, ha agito in una posizione diversa dal solito, divenendo un centrocampista in più in fase di possesso palla. Il Chelsea, dal canto suo, ha proposto Jorginho dal primo minuto, con Chalobah al posto di Fofana, fermato da un infortunio. Poi il rigore che ha deciso la partita. Nel secondo tempo, il giovane Gallagher fra gli inglesi ha preso il posto di Mount. Il Milan, invece, ha cambiato Leao e Theo Hernandez, chiara dimostrazione che Pioli aveva già la testa alla prossima partita di campionato.

Juve, che disastro

Se Atene piange, Sparta non ride di certo: la sconfitta della Juve è ancora più clamorosa di quella del Milan, dal momento che è giunta contro il Maccabi Haifa, che in teoria avrebbe dovuto essere la squadra materasso del suo girone.

Gli israeliani hanno vinto per 2 a 0, e ora per i bianconeri conquistare gli ottavi sarebbe quasi un miracolo. Max Allegri tocca il fondo, complice la doppia di Atzili che già nel primo tempo ha incanalato la partita su binari ben precisi. Terza sconfitta su quattro partite nel gruppo H, e in più c’è da segnalare l’infortunio patito da Di Maria. Insomma, nessuna buona notizia, se non per il fatto che adesso la Juventus rischia perfino di non qualificarsi per l’Europa League: e considerando l’interesse che le squadre italiane hanno per questa manifestazione non è detto che ai bianconeri dispiaccia.

Non c’è luce in fondo al tunnel

Nessuno si sarebbe mai aspettato una sconfitta come quella di ieri sera in casa Juve, perché il Maccabi è a tutti gli effetti una squadra piuttosto carente dal punto di vista tecnico. Eppure gli uomini di Allegri hanno messo in mostra una prestazione che non è esagerato definire desolante e deludente. Nessuna grinta, poca cattiveria, niente intensità: atteggiamento sbagliato, e a questo si deve aggiungere una lunga serie di errori di posizione e tecnici.

Contestata a posteriori la scelta di Allegri di mettere a sinistra un Cuadrado che ha lasciato ampi spazi agli israeliani. La Juve ha mostrato un notevole nervosismo e si è rivelata spesso imprecisa: niente a che vedere con il gruppo vincente di poco più di un paio di anni fa. Adesso arrivano gli incontri con il Paris Saint Germain e con il Benfica: arrivare agli ottavi è quasi impossibile, e la sfida a distanza è, in maniera imprevedibile, con il Maccabi.

La cronaca della partita

I padroni di casa hanno messo in chiaro le cose sin dal primo minuto, offrendo un palleggio importante, e sono stati vicini alla rete già dopo pochi minuti, con un colpo di testa di Pierrot che è stato parato da Szczesny.

Tuttavia i bianconeri non sono mai entrati in partita, riuscendo a sbagliare i più semplici dei passaggi: così non è stato sorprendente il vantaggio giunto al 7mo minuto, con Atzili che si è inserito su cross di Cornud e, in piena libertà, ha messo a segno un colpo di testa che non ha lasciato scampo a Szczesny, certo non esente da colpe nell’occasione. Al 12mo il Maccabi ha sfiorato il raddoppio con un calcio di punizione di Chery, che ha colpito la traversa.

Al 24mo, poi, una ulteriore tegola cade sulla testa di Allegri, quando di Maria avverte un dolore muscolare alla coscia che lo costringe a fermarsi. L’argentino esce dal campo e al suo posto entra Milik. Cambio tattico ma il copione è sempre lo stesso, e al 42mo minuto giunge il 2 a 0 degli israeliani, con Atzili che non lascia scampo.