Che la Juve potesse essere eliminata dalla Champions League non era così imprevedibile, soprattutto dopo le tre sconfitte rimediate nelle prime quattro partite della fase a gironi; ma che a Lisbona contro il Benfica arrivasse una clamorosa umiliazione come quella patita dai bianconeri, beh, forse questo era davvero inatteso.

Sì, perché la Juve ha perso per 4 a 3, ma il risultato non deve ingannare perché il gap tra le due squadre è stato davvero clamoroso. I bianconeri non solo non sono riusciti a mantenere accesa la fiammella della speranza del passaggio agli ottavi, ma sono stati costretti a salutare il torneo con la coda fra le gambe.

La partita

Il Benfica è partito subito ad alti regimi, e a causa di un errore di Bonucci sarebbero potuti passare subito in vantaggio se Rafa Silva fosse riuscito a mirare lo specchio della porta. Una nuova opportunità è giunta sui piedi di Enzo Fernandez, la cui conclusione è stata deviata da Gatti.

Ma lo spartito della gara era chiaro, e infatti al 17esimo minuto è giunto il gol dei lusitani, con un cross di Enzo Fernandez che ha trovato la testa di Antonio Silva, in anticipo su Gatti: 1 a 0. I bianconeri riescono però a riportare subito il match in parità, in seguito a un batti e ribatti su cui si avventa Vlahovic che insacca. In un primo momento il gol viene annullato per presunto offside di Kean, ma ci pensa il Var a far chiarezza, e così la Juve trova l’1 a 1.

L’illusione non dura molto, perché dopo sei minuti su errore di Cuadrado il Benfica ottiene un calcio di rigore: fallo di mano del colombiano e penalty che viene trasformato da Joao Mario. Finita qui? No, perché l’ex interista pochi minuti dopo dà l’assist a Rafa Silva, trasformato in gol addirittura con un colpo di tacco.

Le altre reti

Sul 3 a 1 in teoria ci sarebbe tutto il tempo per recuperare, ma a inizio ripresa giunge la doppietta di Rafa Silva che porta al 4 a 1 per i portoghesi. A quel punto Allegri sembra arrendersi, mettendo Soulè al posto di Vlahovic e facendo entrare in campo anche Iling Jr. Sembrano le mosse della disperazione, e invece sono quelle che cambiano la partita, ma le reti del 4 a 2 e del 4 a 3 non cambiano nulla.